Convenzioni per l’estradizione e la cooperazione giudiziaria con l’India

L’opinione dell’avvocato Alexandro Maria Tirelli sui marò italiani

In questo articolo abbiamo inteso proporvi un brano delle interviste rilasciate dall’avvocato penalista internazionale Alexandro Maria Tirelli a TIMES NOW in relazione alla notissima vicenda dei marò italiani. Girone e Latorre. Con una certa soddisfazione, a distanza di qualche anno, rileviamo con soddisfazione che l’analisi proposta dal famoso giurista italiano è stata quella vincente. Pur sotto la sferzante pressione degli altri commentatori, particolarmente polemici nei confronti della Giustizia Italiana e dell’opera del nostro governo, l’avvocato internazionalista Alexandro Tirelli non solo ha offerto la corretta interpretazione dei trattati internazionali, poi accolta dal Tribunale Arbitrale Internazionale, ma ha previsto correttamente le evoluzioni della vicenda in senso politico e nel più ampio contesto dei rapporti internazionali.

L’avvocato Tirelli è stato per mesi consulente del primo network indiano ed ha altresì ben gestito il difficile ruolo di sostenitore delle tesi e ragioni italiane innanzi alla opinione pubblica indiana, ferita dall’omicidio dei pescatori da parte dei nostri marines.

L’Accordo tra Italia e India

indiaL’Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica dell’India sul trasferimento delle persone condannate, ha lo scopo di sviluppare la cooperazione bilaterale per il trasferimento delle persone condannate al fine di facilitarne la riabilitazione sociale. L’Accordo consta di 20 articoli e segue il modello della Convenzione di Strasburgo del 21 Marzo 1983 sul trasferimento delle persone condannate, alla quale l’India non aderisce.

Secondo le disposizioni del citato Accordo, una persona condannata nel territorio di uno degli Stati contraenti, può essere trasferita nel territorio dell’altro Stato, al fine di scontare la pena che le è stata inflitta, a condizione che:
– la persona condannata sia cittadina dello Stato ricevente
– la sentenza sia definitiva
– lo Stato trasferente e lo Stato ricevente siano d’accordo
– gli atti o le omissioni per i quali è stati inflitta la condanna costituiscano reato anche per la legge dello Stato ricevente o costituirebbero reato se fossero commessi sul suo territorio.

Stabilito anche l’obbligo di informazione, per il quale, ogni persona condannata (alla quale può essere applicato l’Accordo) deve essere informata dallo Stato trasferente, del contenuto dell’Accordo stesso e delle conseguenze giuridiche derivanti dal trasferimento.

Ai sensi dell’Accordo, l’esecuzione della sentenza sarà disciplinata dello Stato ricevente, il quale sarà libero, secondo le proprie leggi, di accordare misure alternative, amnistie, indulti o grazie.

Le Autorità Centrali sono state individuate rispettivamente, nel Ministero della Giustizia per la Repubblica Italiana, nel Ministero dell’Interno per la Repubblica dell’India.