I collezionisti premiano il mix di arte e design di PAD

Riprendiamo un articolo pubblicato nel 2012 su il Sole24ore, nella sezione arteconomy, che tratta della fiera leader mondiale per l’arte, il design e le arti decorative del XX secolo – il Padiglione delle arti e del design (PAD), che si tiene a Parigi ogni primavera dal 1998 e, dal 2007 anche a Londra; nonchè del co-fondatore e mercante d’arte parigino Patrick Perrin.

Per chi non fosse convinto dell’ottimo stato di salute del mercato dell’arte moderna e contemporanea, una visita a Londra in ottobre basterebbe a fugare ogni dubbio. Decine di migliaia di persone affollano Frieze, la grande kermesse a Regent’s Park dalla cui costola quest’anno è nata anche Frieze Masters, fiera dedicata all’arte prima del Duemila. Il vero ‘salotto buono’ londinese però è a Berkeley Square, a Mayfair, dove i collezionisti più esigenti comprano piccoli e grandi capolavori dai galleristi più abili. E’ il Pavillon des Arts et du Design, più noto come PAD, la versione londinese di una fiera creata nel 1997 a Parigi dal gallerista e storico dell’arte Patrick Perrin.

Il primo PAD di Londra era una piccola tenda piantata a Hanover Square, che è diventata un grande tendone a Berkeley Square – quest’anno erano 60 le selezionatissime gallerie da tutto il mondo, Italia compresa. L’idea vincente, spiega Perrin, “è il mix di arte e design sotto lo stesso tetto, un luogo dove possono fondersi in modo armonioso. L’obiettivo è creare un dialogo sia visivo che storico per ispirare i collezionisti e incoraggiarli a scegliere un eclettismo raffinato”.

Se Parigi resta la capitale del “savoir faire”, spiega Perrin, “Londra ha il potere economico perché attrae i galleristi e i collezionisti più importanti da tutto il mondo.” Quest’anno l’arte ha venduto bene come sempre – tra le vendite clou il quadro “Fiori” di Andy Warhol del 1964, venduto per 2,5 milioni di dollari dalla Skarstedt Gallery di New York, al suo debutto a PAD prima di aprire la nuova sede londinese a Old Bond Street; un quadro senza titolo di Willem de Kooning del 1977, proposto da Galerie Diane de Polignac di Parigi, è stato acquistato per 140mila euro; “Parasole” di Bridget Riley, del 1984, è stato venduto per 550mila sterline dalla londinese Hazlitt Holland-Hibbert.

“Le vendite più notevoli però sono state nel design, arte tribale, fotografia e gioielleria perché la fiera offre una gamma di prezzi e di oggetti per i diversi gusti e i diversi budget, – spiega Perrin. – I prezzi vanno da 10mila dollari a cifre con sei zeri. Si può acquistare una squisita ceramica o un capolavoro di Picasso. I collezionisti spesso entrano per comprare una cosa ed escono avendone comprata un’altra. Magari vengono per un’opera di design di Zaha Hadid e poi acquistano un’opera di Optical Art di Bridget Riley. Oppure cercano un Gerhard Richter e poi si fanno conquistare da una fotografia di Irving Penn. Direi che i collezionisti che vengono a PAD sono curiosi e sempre alla ricerca di ispirazione: per loro l’arte è un investimento ma soprattutto un piacere.”

Nel settore fotografia la Michael Hoppen Gallery ha venduto per 10.400 sterline l’una tutte e quattro le copie di “Tights” di Daido Moriyama, attualmente protagonista di una retrospettiva alla Tate Modern. Sul fronte del design il “Paravento” di Jean Prouvé del 1959 è stato venduto per 120mila euro da Jousse Entreprise di Parigi, mentre una seggiola di Ron Arad è stata ceduta per una somma a sei cifre da Friedman Benda di New York. Una console di Kim Sanghoon del 2012 è stata venduta per oltre 50mila dollari da Gallery Seomi di Seul, mentre un arazzo di Grete Soeren del 2011, offerto da Galerie Maria Wettergren di Parigi, è stato acquistato per 18mila euro.

Grande successo anche per i gioielli, purché molto particolari. La Louisa Guinness Gallery ha venduto una collana creata nel 1945 da Alexander Calder per 60mila dollari, la stessa cifra a cui è stato acquistato il “Rabbit necklace” di platino di Jeff Koons. L’anello Piramide di Anish Kapoor, creato quest’anno, è stato venduto per 25mila sterline. Notevoli anche le cifre raggiunte dall’arte tribale: la galleria Entwistle, che ha sedi a Londra e Parigi, ha venduto una maschera della Costa d’Avorio per 20mila euro e una Baule Standing Figure per 30mila euro. Le tendenze del futuro, secondo Perrin, sono l’irresistibile ascesa dell’arte tribale e della fotografia. “Per questi due mercati Londra è decisamente la piattaforma più importante, – sottolinea Perrin. – Ma più in generale, l’arte resta un ottimo investimento.”

Fonte: Ilsole24ore.com