Paradisi fiscali, svizzera e montecarlo escono dalla black list. Ecco tutti i paesi che hanno aderito alla voluntary disclosure (pace fiscale)

Common Reporting Standard

Il Common Reporting Standard, un accordo del 2014 che elimina il “segreto bancario” e promuove lo scambio di informazioni finanziarie fra i governi di 52 paesi (diventati 92 nel 2019).

Con l’aiuto di questi paesi gli evasori possono accedere alla “voluntary disclosure” (pace fiscale su contanti e cassette di sicurezza detenute all’estero e per finanziare la riforma) che sfruttando tale norma possono “rivelare” capitali non dichiarati al fisco italiano senza incorrere in pesanti sanzioni.

Voluntary disclosure

Ma per chi non è intenzionato ad aderire alla “voluntary disclosure“, ci sono ancora paradisi fiscali affidabili.

ll Common Reporting Standard ha mietuto vittime illustrissime tra il 2016 ed il 2017. Oltre alle già citate Svizzera e Cayman, hanno aderito anche Ecuador, Bermuda, le Isole di Man e Jersey, Gibilterra, Mauritius, Filippine, e ancora Barbados, Cile, Dominica, India, Niue, Seychelles, Uruguay, Trinidad e Tobago (fonte Money.it).

Per restare invece in orbita europea, Lichtenstein, Città del Vaticano, San Marino e Montecarlo si sono “redenti”, perdendo una buona fetta di “turismo” italiano votato al “risparmio”.

Sono tantissimi gli stati che hanno già manifestato interesse ad aderire nel 2018, tra questi: Andorra, Arabia Saudita, Australia, Bahamas, Belize, Brasile, Brunei, Canada, Cina, Costa Rica, Dar es Salaam, Grenada, Emirati Arabi, Hong Kong, Indonesia, Israele, Giappone, Isole Marshall, Macao, Malesia, Monaco, Nuova Zelanda, Qatar, Russia, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadines, Samoa, Singapore, Sint Maarten, Turchia.

Sulla base di questa classificazione dell’OCSE, di seguito trovate l’elenco dei paradisi fiscali che ancora resistono nel 2018, molti dei quali definiti dalla Commissione Europea come “entità non cooperative per ciò che concerne le politiche fiscali”.

Viene inoltre proposto l’investimento obbligatorio in PIR dei capitali rientrati in Italia per finanziare la tanto discussa riforma fiscale.

Il procuratore di Milano Francesco Greco – sostiene il sito Affari e Finanza – ha stimato che le somme nascoste al Fisco o illecitamente detenute all’estero dagli italiani si aggirerebbe intorno ai 200 miliardi di euro.