L’ordinamento spagnolo sul riconoscimento dei congelamento dei beni di confisca

La decomiso ampliado

Nell’ordinamento spagnolo rientra sicuramente nell’ambito di applicazione del regolamento innanzitutto, oltre alla confisca diretta, la confisca allargata definita decomiso ampliado (art. 127 bis CP) che si applica a ben 18 reati e non solo ai 9 euro delitti, e comunque a tutti i reati realizzati in forma organizzata e ai delitti contro la salute pubblica (359 a 362 quinquies CP) ex art. 362 sexies CP, anche sulla base di una serie di presunzioni – considerate discutibili dalla dottrina100 – e stabilite negli articoli 127 quinquies101 (disciplina che, ad avviso della dottrina, sembra fondata più sul modello previsto dall’art. 3, c. 2, della decisione quadro 212/2005 che sul modello previsto dall’art. 5 della Direttiva102) e sexies.

La confisca

Beni di confiscaIn materia di confisca dei beni lo studio associato internazionale diretto da Alexandro Maria Tirelli, esperto in diritto penale cura da anni la gestione di processi penali e di provvedimenti giudiziari in tutti gli ordinamenti europei, come quello spagnolo dove tale forma di confisca, innanzitutto, può colpire i beni, i proventi e gli utili di una persona quando si ritiene che provengano da un’attività criminale. Tale forma di confisca rientra nella definizione di confisca prevista dalla Direttiva n. 42/2014, in quanto applicata in seguito a condanna, sulla base di un più basso standard probatorio consentendo l’uso di presunzioni e considerando come criterio rilevante la sproporzione. Il Tribunale Supremo evidenzia che la confisca ha un rapporto diretto con le sanzioni e con il diritto sanzionatorio, ha un carattere personalista e viene applicata in un procedimento penale, tanto è vero che viene imposta su richiesta del pubblico ministero o delle parti del processo penale104(SSTS 30.5.97, 17.3.2003), in seguito al dibattimento in un procedimento orale, e con provvedimento che deve essere motivato105 . Fermo restando che anche tale forma di confisca non viene considerata nell’ordinamento interno come una pena. Mentre la precedente giurisprudenza del Tribunale Supremo definiva “pena” una forma di confisca allargata già introdotta per il settore del narcotraffico nell’art. 374 CP dalla LO 15/2003106, l’AN nella sua sentenza.

Il parere del Tribunale Supremo

Il Tribunale Supremo, a sua volta, ha affermato che la confisca non è una conseguenza accessoria della pena applicabile nel processo penale, ma una “sanzione amministrativa suscettibile di essere imposta in casi di violazione della legislazione … per cui nulla si oppone alla sua considerazione come misura sui generis post-delitto, che colpisce tutto il patrimonio che appartiene direttamente o indirettamente al condannato, dando la possibilità di provare l’origine legale dei beni soprattutto quando i loro titolari sono terze persone” 109. Il Tribunale, però, riconosce che tale sanzione amministrativa svolge una funzione di prevenzione generale e speciale fondata sulla pericolosità oggettiva del bene, nel senso che il legislatore vuole prevenire la commissione di delitti attraverso delle misure espropriative volte a neutralizzare la pericolosità connessa al bene; si tratterebbe, da una parte, di una funzione di prevenzione speciale in quanto incide su persone concrete per evitare la commissione di reati e si impone su beni concreti per evitarne l’impiego, diretto o indiretto, nell’esecuzione di futuri delitti, ma anche, dall’altra parte, di una funzione – seppur in forma secondaria – di prevenzione generale, soprattutto laddove si tratta della confisca del denaro perché si invierebbe un importante messaggio deterrente, incidendo sulla principale motivazione della delinquenza organizzata e imprenditoriale (Sentencia 338/2015 de 2 de junio, fonte Diritto Penale Contemporaneo).